Wall Street chiude poco mossa: Dow Jones +0,2%, S&P500 +0,2%, Nasdaq -0,1%. I trader faticano a riprendersi dalle perdite del 7 gennaio, provocate dal settore tech. Domani 9 gennaio la Borsa di New York rimarrà chiusa in onore dell’ex presidente americano Jimmy Carter, scomparso il 29 dicembre 2024. Ma oggi, 8 gennaio, l’attenzione torna sulla Fed grazie ai verbali dell’ultima riunione di dicembre 2024. I membri della banca centrale americana temono l’impatto delle politiche di Donald Trump sull’inflazione.
Il neo presidente americano non è mai citato per nome, ma il riferimento al suo programma elettorale è chiaro. Il board guidato da Jerome Powell si dice preoccupato per le conseguenze che i dazi e un’eventuale stretta sull’immigrazione potrebbero avere sull’economia americana. La portata del programma di Trump non è ancora nota, quindi è ancora impossibile calcolarne le conseguenze sui prezzi. Ragioni che inducono la Fed a muoversi con più cautela sui tagli dei tassi di interesse.
Intanto il ceo di Nvidia, Jensen Huang, fa crollare i titoli del settore dell’informatica quantistica affermando che ci vorranno ancora fra i 15 e i 30 anni prima di avere computer quantistici davvero utili. E così Rigetti perde il 45,4%
Ore 17:30. Borse Usa deboli. eBay corre dopo che Meta ammette i suoi annunci su Facebook Marketplace
Wall Street prosegue la seduta in rosso. Alle 17:30 il Dow Jones e l’S&P 500 sono piatti, mentre il Nasdaq cede lo 0,1%. Le borse americane faticano a salire sopra la parità per i rinnovati timori sui tassi d’interesse. Il balzo oltre le attese del sotto indice sui prezzi dell’Ism servizi (leggi sotto) ha convinto gli investitori che la Fed ridurrà i fed funds meno del previsto. Ora il Cme FedWach indica come esito più probabile (34%) una sola sforbiciata dello 0,25% nel 2025. Due tagli dello 0,5% totale sono ritenuti possibili solo nel 31,2%.
Il timore di una Fed più falco ha spinto i rendimenti del Treasury decennale, vicino al 4,7%. Così a Wall Street diversi titoli scambiano sotto la parità. Tra i peggiori ci sono J&J (-2,4%), Walt Disney (-2%), Merck (-1,2%), Nike (-1%), Caterpillar (-1%) e Verizon (-0,8%). Tra i titoli migliori svetta invece eBay (+10,8%): le azioni del gigante dell’e-commerce sono salite dopo che Meta ha deciso di far apparire le sue inserzioni pubblicitarie su Facebook Marketplace.
Ore 15:30. Borse Usa deboli in attese delle minute della Fed
Wall Street apre la seduta debole. Alle 15:30 il Dow Jones e l’S&P 500 cedono lo 0,2%, e il Nasdaq lo 0,3%. Le borse americane arrivano da una seduta nera, provocata dai dati sull’ism servizi. Il sotto indice sui prezzi si è rivelato molto più alto delle attese, segnale di una possibile risalita dell’inflazione. Wall Street ne ha pagato le conseguenze e ora si aspetta meno tagli dei tassi da parte della Fed, che già a dicembre aveva prospettato due sole sforbiciate nel 2025 invece che quattro.
In serata saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della banca centrale americana e gli investitori cercheranno nuovi indizi sulle prossime mosse del presidente Jerome Powell. La Fed guarderà anche ai dati sul lavoro di venerdì 10 gennaio (tasso di disoccupazione). Quelli di oggi 8 gennaio hanno mandato segnali contrastanti. A dicembre gli Stati Uniti hanno creato 122 mila posti di lavoro nel settore privato, meno dei 136 mila attesi. I sussidi settimanali di disoccupazione invece sono scesi a quota 201 mila (-10 mila) e si sono rivelati inferiori alle previsioni (215 mila).
Treasury ai massimi da aprile
I dati del 7 gennaio sull’ism servizi hanno spinto il rendimento del Treasury decennale al 4,7%, cioè ai massimi da aprile. Nelle ultime settimane il rischio di minori tagli ha sostenuto anche il dollaro, che si dirige verso la parità con l’euro. Oggi 8 gennaio il cambio euro-dollaro è sceso ancora ed è arrivato a quota 1,029 (-0,4%). Ecco cinque titoli da monitorare mercoledì 8 gennaio.
1. Meta elimina i fact-checker su Facebook e Instagram
Alle 15:30 il titolo Meta cede lo 0,3%. La holding di Facebook, Instagram e WhatsApp rimuoverà le restrizioni alla libertà di parola sui suoi social network. «Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme», spiega il ceo Mark Zuckerberg. «Ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con Community Notes simili a X, a partire dagli Stati Uniti». La mossa arriva mentre la big tech sta cercando di riavvicinarsi al nuovo presidente americano, Donald Trump.
2. Il ceo di Nvidia stoppa i titoli dell’informatica quantistica
Alle 15:30 le azioni Nvidia salgono dello 0,5%. Il gigante dei chip per l’intelligenza artificiale ha chiuso la seduta del 7 gennaio in calo del 6%. Prima il titolo aveva toccato i massimi spinto dal discorso al Ces di Los Angeles del ceo Jensen Huang. Le sue parole però hanno appesantito i titoli del settore dell’informatica quantistica perché secondo l’ad di Nvidia ci vorranno tra i 15 e i 30 anni prima della nascita dei computer quantistici.
3. Goodyear vende Dunlop a Sumitomo Rubber
Alle 15:30 il titolo Goodyear cede il 2,8%. Eppure il produttore americano di pneumatici ha venduto Dunlop alla giapponese Sumitomo Rubber Industries per 701 milioni di dollari, nuovo passo del piano di razionalizzazione dei costi. L’accordo prevede la cessione del marchio in Europa, Nord America e Oceania, ma Goodyear potrà vendere le gomme Dunlop nel Vecchio Continente almeno fino al 31 dicembre 2025 versando una royalty.
4. Cathie Wood manda ko Palantir
Alle 15:30 le azioni Palantir Technologies perdono l’1,5%. Il 7 gennaio il titolo della società specializzata nei software per l’AI ha registrato il maggior calo giornaliero dal 7 maggio 2024, peggiore performance di tutto l’S&P 500. Il motivo? Lunedì 6 gennaio la fondatrice di Ark Investment Management, Cathie Wood, ha venduto 196.728 azioni Palantir e il giorno dopo ne ha cedute altre 4.890.
5. Citi abbassa il rating di SolarEdge
Alle 15:30 il titolo SolarEdge Technologies cede il 5,3%. Citi ha declassato il rating dell’azienda specializzata nell’energia rinnovabile da neutrale a sell. Per gli analisti della banca d’affari americana SolarEdge dovrà sostenere delle spese operative «ostinatamente elevate» nonostante il piano di ristrutturazione in atto. Nei giorni precedenti SolarEdge ha deciso di licenziare 400 dipendenti, scelta che aveva fatto salire le azioni. (riproduzione riservata)
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